Giardini in città: più sono variati, meglio distendono

Più è alto il numero di piante che fioriscono in un giardino, maggiore è il suo valore ricreativo. Lo dimostra uno studio diretto dall’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL. I giardini familiari forniscono il contributo più importante alla salute delle e degli abitanti delle città.

Siamo sinceri: quale immagine si avvicina di più al vostro giardino? Più l’immagine 1 o l’immagine 3? Nel caso fosse l’immagine 3: congratulazioni! In questo caso il vostro rifugio vi offre un effetto più ricreativo e quindi benefico rispetto ai proprietari di giardini monotoni, come hanno dimostrato i ricercatori del WSL e dell'Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica FiBL nel quadro dello studio BetterGardens finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. Numerosi studi hanno dimostrato che trascorrere del tempo nella natura – soprattutto nei punti caratterizzati da un’alta biodiversità – stimola la salute, perché ad es. riduce lo stress. Un effetto benefico che aiuta a prevenire le malattie cardiocircolatorie.

Nelle città caratterizzate da una pianificazione orientata sempre di più alla concentrazione, le aree verdi corrono il rischio di essere cementificate. Queste ultime non sono solo benefiche per l’uomo, ma anche importanti habitat e corridoi ecologici per animali selvatici e piante. Finora non era mai stato studiato il ruolo che rivestono in questo contesto i giardini urbani, cioè i giardini e gli orti privati. «Se i giardini urbani fossero benefici sia per l’uomo che per la biodiversità, avremmo per così dire una situazione “win-win”», afferma il sociologo Christopher Young del WSL, che ha condotto l’indagine insieme all’ecologo del WSL David Frey.

I giardini familiari in pole position

Nel quadro dell’indagine, a circa 300 giardiniere e giardinieri della città di Zurigo è stato chiesto quanto ricchi di specie fossero i loro giardini e quanto rilassati si sentissero dopo aver trascorso del tempo al loro interno. Hanno utilizzato, tra l'altro, i disegni di cui sopra. Una parte di essi curava giardini familiari (o orti in comune), un’altra orti privati. Ne è emerso che la maggior parte degli intervistati considerava molto rilassante il tempo trascorso nel proprio giardino, come hanno riportato i ricercatori nella rivista scientifica «Landscape and Urban Planning».

Soprattutto le persone che curavano giardini familiari consideravano questi ultimi come una benvenuta alternativa alla quotidianità e come luogo per «staccare la spina». «Si tratta di una ottima argomentazione a sostegno del fatto che i giardini familiari vanno mantenuti e la loro offerta ulteriormente sviluppata e non smantellata», afferma Young. A ciò si aggiunge che i locatari dei giardini familiari sono mediamente più anziani e si trovano in una posizione socialmente più sfavorevole. Spesso queste persone manifestano anche una salute più cagionevole. «Mantenere in vita gli orti comunitari potrebbe quindi anche contrastare le disuguaglianze sociali in salute», sottolinea Young.

Sviluppare l’offerta di giardini

Ad ogni modo, occorre considerare anche che il 16% degli intervistati ha risposto che spesso i giardini sono per loro una fonte di stress. In questo caso si trattava prevalentemente di persone che curavano orti privati. «Il giardino può anche essere un fastidio», ammette Young. Questa informazione dovrebbe indurre i responsabili della pianificazione del territorio a elaborare nuove e creative idee per i giardini privati. Le case unifamiliari potrebbero ad es. avere giardini più piccoli e in cambio si potrebbero creare giardini comuni di maggiori dimensioni. Inoltre, sarebbe auspicabile che le persone più anziane, per le quali la cura del giardino è troppo pesante, affidino tale incombenza a giardinieri hobbisti piuttosto che a una ditta specializzata, e quindi rafforzare le reti nel quartiere allo stesso tempo.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che anche la diversità delle specie esercita un effetto benefico, anche se minimo, sul relax. Le autorità cittadine potrebbero così prendere due piccioni con una fava, offrendo ad es. alle cittadine e ai cittadini raccomandazioni, corsi o sementi per aumentare la diversità delle specie nei giardini urbani.

Di queste misure beneficia non per ultima anche la natura: «I giardini urbani vantano spesso un’alta biodiversità vegetale su piccolissima scala. I giardini variegati offrono sostanze nutritive e un rifugio a numerosi animali, cosa che produce effetti positivi sull’ecosistema urbano», prosegue Frey. Lo aveva già dimostrato in un precedente studio. Oltre a contribuire al relax, la biodiversità vegetale fornisce quindi un contributo molto più ampio: favorisce la diffusione di insetti impollinatori, così come di altri organismi utili, e migliora la qualità del terreno. Le conclusioni di Frey: «I giardini urbani dovrebbero quindi essere parte integrante fissa dell’infrastruttura verde di ogni città».

Ulteriori illustrazioni del sondaggio sulla diversità dei giardini:

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