23.09.2016 | News
In Svizzera cresce il numero di funghi che una volta qui non esistevano. Per la prima volta gli scienziati dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL hanno allestito un minuzioso inventario di questi “nuovi funghi”, i cosiddetti neomiceti. Tra le quasi 300 specie catalogate sono presenti molti parassiti di piante orticole e selvatiche, alcuni funghi commestibili e addirittura alcune curiosità.
Il commercio globale e il riscaldamento climatico favoriscono la diffusione in Svizzera non solo di piante e animali alloctoni, ma anche di funghi provenienti da altri luoghi. Alcuni provocano gravi danni economici ed ecologici, come la morte prematura di numerosi alberi colpiti dal deperimento del frassino o dal cancro corticale del castagno. Dal momento che i funghi accidentalmente introdotti sono praticamente sconosciuti, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha incaricato il WSL di allestire un primo inventario dettagliato in Svizzera.
Nella loro relazione appena pubblicata, gli esperti micologi del WSL Ludwig Beenken e Beatrice Senn-Irlet hanno catalogato circa 300 specie di funghi introdotte dall’uomo. Tredici di queste specie sono nuove per la Svizzera: tra loro spicca un appariscente fungo tropicale di colore arancione (Favolaschia calocera) scoperto l’anno scorso in Ticino. La maggior parte dei neomiceti è originaria dell’America settentrionale, dell’Asia o del bacino mediterraneo. L’origine di molti di loro rimane tuttora sconosciuta.
Malattie e curiosità
Tre quarti delle nuove specie sono parassiti che vivono su piante anch’esse non originarie della Svizzera. "Molti neomiceti sono agenti patogeni di piante orticole", spiega Beenken. "Sono stati introdotti in Europa insieme alle loro piante ospiti e quindi giunti anche in Svizzera attraverso il commercio di piante o il trasporto delle spore". La maggior parte di essi si trova nell’Altipiano, dove vivono molte persone dedite al giardinaggio. Sono pur sempre 35 i neomiceti che infestano anche le piante autoctone, come ad esempio il Coleosporium asterum. Noto in Svizzera solo dal 2014, è probabilmente passato dalla Verga d’oro maggiore (Solidago gigantea), introdotta dall’America settentrionale, alla Verga d’oro comune (S. virgaurea) autoctona.
Solo dieci delle specie inventariate vivono una relazione reciproca benefica con le radici degli alberi (simbiosi micorrizica) come quella che instaurano molti dei funghi a cappello autoctoni, come il pinarolo commestibile (Suillus placidus). Sembra che i funghi simbiotici alloctoni trovino più difficoltà a insediarsi sulle piante autoctone. "Presumibilmente le biocenosi con i funghi locali sono molto robuste", suggerisce Senn-Irlet.
Un quinto dei neomiceti vive di materiale vegetale morto (funghi saprotrofi) e non provoca nessun danno. Tra questi c’è l’appariscente Clathrus archeri, comunemente noto come Octopus Stinkhorn, un fungo di colore rosso fuoco che sembra un polpo e secerne un odore che ricorda la carne putrida. Originario dell’Australia, è stato documentato per la prima in Svizzera nel 1942. Oramai si trova in tutto il Giura e sull’arco prealpino. Un suo parente, anch’esso caratterizzato da un odore repellente, è il Clathrus ruber. Si tratta di un fungo originario del bacino mediterraneo che da lontano assomiglia a una pallina rossa da floorball. È noto in Svizzera sin dal 1870.
Funghi allucinogeni sfuggiti a chi li coltivava
"Molti dei funghi saprotrofi sono stati sicuramente introdotti in Europa tramite carichi di legname, legno per imballaggi o trucioli", suppongono Beenken e Senn-Irlet. Il servizio fitosanitario federale controlla solo se nelle importazioni sono presenti organismi di quarantena, quelli cioè che causano gravi danni nei boschi, nei vivai forestali o in agricoltura. Allo stato libero si trovano tuttavia anche funghi commestibili "evasi" dalle coltivazioni, come il fungo godzilla (Stropharia rugosoannulata). Proveniente da coltivazioni – anche se illegali – dovrebbe essere anche il “fungo magico” Psilocybe cyanescens, una specie allucinogena. Un pericolo per i cercatori di funghi è il Clitocybe amoenolens, originario dell’Africa settentrionale, che provoca gravi intossicazioni e può essere facilmente confuso con le specie autoctone dei generi Clitocybe e Lepista.
Alcuni dei neomiceti sono già presenti da lungo tempo nel nostro paese, dal XIX o dagli inizi del XX secolo. "Anche se l’arrivo di nuovi funghi in Svizzera non è un fenomeno nuovo, si verifica sempre più spesso", ammette l’esperta micologa Beatrice Senn-Irlet. Ad esempio l’appariscente Hapalopilus nidulans di colore giallo-arancione, che cresce sui tronchi morti e che a quanto pare non provoca nessun danno, è documentato in Svizzera sin dal 1973. Dal 2004 si è diffuso in modo esponenziale da ovest a est. La maggior parte dei 300 neomiceti contenuti nella relazione si è già stabilizzata oppure è estremamente rara. Solo sette specie continuano effettivamente ad avanzare.
Chalara fraxinea, ormai stabilizzato
Preoccupante è la rapidissima diffusione dei patogeni fungini come ad esempio la Chalara fraxinea, responsabile del deperimento del frassino. Questo fungo introdotto dall’Asia orientale provoca la morte delle foglie e dei fusti del frassino che, dopo il faggio, è la latifoglia più diffusa nei boschi svizzeri. Documentata per la prima volta nel 2008 nei pressi di Basilea, la malattia si è diffusa nel giro di pochi anni sul versante nord delle Alpi e dal 2013 è presente anche sul versante sud. Oggi il 90% dei soprassuoli di frassino è colpito dalla malattia. In una nuova scheda pratica per gli addetti al lavori, il WSL fornisce informazioni sulla malattia e consiglia misure per arginare la sua diffusione.
Senn-Irlet e Beenken hanno catalogato anche i funghi classificati come agenti patogeni pericolosi e invasivi (le cosiddette specie EPPO): in questo elenco non sono incluse le micosi delle piante agricole coltivate. "Evidentemente le piante locali non si sono adattate ai patogeni fungini e non sono in grado di respingerli", prosegue Beenken. Contro di essi la normativa dispone controlli delle importazioni e misure come ad esempio la fumigazione o il trattamento termico dei prodotti di legno importati. Questi funghi vengono esaminati e identificati dal WSL nel nuovo laboratorio fitosanitario ad alta sicurezza.
Le importazioni accidentali aumentano
In futuro l’introduzione accidentale di funghi nell’ambiente svizzero continuerà ad aumentare, affermano gli scienziati. "Più piante vive vengono trasportate, più aumenta il rischio che insieme a loro giungano anche i loro 'accompagnatori'", ammette Senn-Irlet. Per prevenire l’importazione di nuovi neomiceti, gli scienziati consigliano di sottoporre a controlli più severi le importazioni di piante vive, ma anche di substrati come legno e terriccio.