I ricercatori sono riusciti a decifrare l’età delle radici secondarie degli alberi

I ricercatori del WSL hanno scoperto un nuovo metodo per determinare l’età e la crescita delle radici secondarie. I risultati di uno studio pubblicato di recente sulla rivista Nature Communications dimostrano che le radici secondarie raggiungono età nettamente inferiori rispetto a quelle supposte sinora. Infatti crescono solo per pochi anni e non raggiungono nemmeno i dieci anni.

Con l’aiuto di sezioni microscopiche di radici spesse meno di due millimetri, i ricercatori del WSL hanno identificato gli anelli annuali di diverse centinaia di radici di abete rosso (Picea abies), pino silvestre (Pinus sylvestris), faggio (Fagus sylvatica) e betulla nana (Betula nana). In questo modo sono stati in grado di determinare l’età delle radici secondarie. Queste derivavano da foreste in Svizzera, Germania, Svezia e Russia.

I ricercatori sono riusciti a determinare l’età di queste radici secondarie non solo sulla base dei loro anelli annuali, ma anche con l’aiuto del metodo del radiocarbonio. La variante di carbonio 14C utilizzata per la datazione serve a determinare il momento esatto in cui il carbonio, di cui sono prevalentemente formate le radici, è stato scambiato con l’atmosfera attraverso i processi di fotosintesi. Sino ad oggi non si sapeva praticamente nulla sulla velocità di crescita delle radici secondarie, sulla loro morte e sulle loro reazioni agli stress ambientali come ad es. la siccità.

Il metodo del radiocarbonio ha evidenziato che l’età stimata delle radici era mediamente di dieci anni in più rispetto a quella rilevata con l’analisi degli anelli annuali. “Da questi risultati abbiamo dedotto che gli alberi utilizzano del carbonio relativamente vecchio per la crescita delle loro radici più giovani”, afferma la responsabile dello studio Emily Solly. Ciò significa che il carbonio assorbito durante la fotosintesi non viene impiegato subito per la crescita delle radici. Gli alberi lo depositano prima nel tronco e lo investono solo più tardi nella crescita delle radici. “Questa strategia può essere di vitale importanza per gli alberi”, conferma il coautore Ivano Brunner. Infatti, negli anni di siccità il carbonio precedentemente accumulato permette agli alberi di disporre delle riserve necessarie alla formazione delle radici secondarie per loro tanto importanti.

Radici più vecchie solo in alcuni casi

I ricercatori hanno riscontrato anelli annuali più sottili e un’età maggiore soprattutto nelle radici secondarie delle betulle che crescono nelle regioni subartiche russe e quindi esposte a un clima rigido e a forti stress ambientali. “Tale circostanza deriva secondo noi dal periodo di crescita estremamente breve in estate”, conclude Solly.

Le radici giocano un ruolo determinante nella vita degli alberi. Attraverso le radici secondarie gli alberi assorbono l’acqua e altre sostanze nutritive, mentre le radici morte contribuiscono alla formazione dell’humus nel suolo. Le radici sono quindi di fondamentale importanza nel ciclo dell’acqua, del carbonio e delle sostanze nutritive dei boschi. Tuttavia, svolgono una vita in incognito. Mentre possiamo osservare con precisione l’evoluzione delle foglie e misurare esattamente il loro metabolismo, per quanto riguarda le radici sino ad oggi la scienza ha sempre brancolato nel buio.

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