Il commercio internazionale di semi di alberi può introdurre parassiti nocivi

10.09.2019  | Reinhard Lässig | News WSL

Il commercio internazionale di semi di alberi forestali non è sicuro come si pensava in precedenza. I ricercatori del CABI e di altri istituti, fra i quali l'Istituto federale di ricerca WSL, hanno rivelato che gli insetti nocivi e i funghi patogeni associati ai semi rappresentano un grave rischio per gli alberi e gli ecosistemi forestali di tutto il mondo.

Gli insetti nocivi e i funghi patogeni non indigeni sono una delle principali minacce per gli alberi e gli ecosistemi forestali in tutto il mondo, e possono causare cambiamenti ecologici e perdite economiche significative. Il minatore smeraldino del frassino, ad esempio, è all’origine della morte su larga scala di frassini in Nord America; questo insetto asiatico è presente anche nella Russia occidentale e quindi minaccia le specie di frassino autoctone in Europa. Allo stesso modo, il fungo patogeno Cryphonectria parasitica all'inizio del XX secolo ha praticamente eliminato il castagno americano dalle foreste nordamericane, provocando cambiamenti significativi nella composizione delle specie forestali.

Iva Franić, René Eschen e Marc Kenis, ricercatori del CABI, nonché i loro colleghi, in particolare dell'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL), hanno condotto il primo studio per valutare contemporaneamente insetti e funghi associati a materiale vegetale da piantare.

Nel loro articolo pubblicato su Ecological Applications, gli scienziati sostengono che gli alti tassi di infestazione dei lotti di semi di alcune specie arboree sono "allarmanti". Sottolineano la necessità di riconsiderare le misure fitosanitarie nel commercio di semi di alberi.

I ricercatori hanno valutato insetti e funghi in 58 lotti di semi commercializzati di 11 specie di conifere e latifoglie provenienti da Nord America, Europa e Asia utilizzando raggi X e analisi del DNA. Essi presentano una serie di raccomandazioni per ridurre i rischi posti dagli insetti parassiti e dagli agenti patogeni fungini associati ai semi, compreso il miglioramento delle tecniche di rilevamento utilizzate dagli ispettori fitosanitari alle frontiere.

Iva Franić, autrice principale dello studio, sottolinea che "l'importazione di piante dalla Cina in Europa è aumentata di sei volte tra il 2000 e il 2018 ed è ora equivalente alle importazioni dal Nord America". Questo aumento rappresenta una grande sfida alle frontiere quando si tratta di prevenire l'introduzione di nuovi parassiti o funghi patogeni che possono avere un impatto devastante sugli alberi indigeni e sugli ecosistemi forestali.

Elevato tasso di infestazione da funghi e insetti

La ricerca ha dimostrato la presenza di funghi in tutti i lotti di semi e di funghi coltivati su agar-agar non selettivo nel 96% dei lotti di semi. Circa il 30% dei lotti di semi conteneva larve di insetti. Gli scienziati hanno scoperto che l'abbondanza e la diversità dei funghi erano molto più alte della diversità degli insetti, in particolare nei semi di latifoglie.

"Il commercio di semi nella maggior parte delle specie forestali non è regolamentato perché essi sono considerati meno soggetti a parassiti rispetto ad altro materiale vegetale", spiega René Eschen (CABI). "Tuttavia, i nostri risultati mostrano che i semi contengono molti insetti e funghi.“

Simone Prospero (WSL) aggiunge che "l'elevata infestazione dei lotti di semi commercializzati indica chiaramente la frequenza con cui potenziali parassiti possono essere trasportati dai semi. Inoltre, la presenza di organismi già noti come nocivi dimostra che occorre adottare misure per ridurre il rischio fitosanitario."

Secondo gli scienziati, a causa della difficoltà di individuare gli agenti patogeni fungini durante i controlli alle frontiere, vi è l'urgente necessità di sviluppare trattamenti efficaci per ridurre la loro sopravvivenza nei semi, o di regolamentare il commercio di semi di origine o di specie particolarmente a rischio. Inoltre, sono necessarie ulteriori ricerche per valutare meglio i rischi, in particolare per migliorare le conoscenze sul potenziale di trasmissione dei funghi alle piantine e sulla gamma di ospiti e sull'impatto delle specie identificate.

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