Il deperimento del frassino ha varcato la cresta principale delle Alpi

25.06.2014  |  News

Nel 2013 il deperimento del frassino – osservato in Svizzera fin dal 2008 – si è ulteriormente diffuso nel paese. Il fungo patogeno responsabile ha raggiunto ora il Ticino, le valli laterali dei Grigioni e delle Prealpi e la Svizzera romanda fino a Ginevra. Lo dimostrano le recenti analisi dell'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL.

Il patogeno responsabile del deperimento del frassino è un fungo proveniente dall'Asia orientale che si chiama Hymenoscyphus pseudoalbidus o Chalara fraxinea a seconda della forma assunta. In Europa questo organismo è stato osservato per la prima volta in Polonia negli anni '90. Dal 2008 sono stati colpiti anche i frassini della Svizzera settentrionale e dal 2013 la malattia ha fatto la propria comparsa anche sul versante sud delle Alpi. Sui piccioli di foglie cadute a terra in un bosco presso Faido (TI) sono stati scoperti i primi corpi fruttiferi del fungo (Thomas Sieber, Politecnico di Zurigo, comunicazione personale). Le spore del patogeno devono aver varcato le Alpi trasportate dal vento o aver raggiunto il Ticino assieme a merci contenenti foglie infette. Nell'aprile 2014 sono stati osservati giovani frassini con inequivocabili sintomi della malattia anche in Valle Maggia presso Riveo e in Val Bavona presso Foroglio. Il deperimento del frassino potrebbe ora diffondersi rapidamente anche in Ticino. Finora in Svizzera la malattia è stata rilevata solo sul frassino maggiore (Fraxinus excelsior), la seconda latifoglia più diffusa dopo il faggio.

Il fungo alle porte di Ginevra

Le analisi a livello nazionale del Servizio fitosanitario per il bosco svizzero del WSL evidenziano che la malattia è avanzata ulteriormente nelle valli laterali sia nel Cantone dei Grigioni sia nelle Prealpi. Nella Svizzera occidentale ne sono ora colpiti anche i frassini sulle sponde del lago di Ginevra (fig. 2). In molte zone dell'Altipiano svizzero interessate dal fenomeno, i servizi forestali segnalano un aumento dei casi su esemplari vecchi e giovani. I frassini cresciuti su terreni umidi o in luoghi con elevata umidità sono maggiormente colpiti dal fungo.

La malattia causa inizialmente la morte dei giovani rametti laterali e sommitali (fig. 3). L'albero produce successivamente rametti sostitutivi nelle zone sane, assumendo così una forma cespugliosa. Oltre alle foglie, il fungo attacca anche la corteccia, dove causa una necrosi. Una volta che questa necrosi avvolge l’intera circonferenza del ramo, l'approvvigionamento di acqua e sostanze nutritive verso le parti più elevate della pianta viene interrotto. Specialmente negli alberi più giovani, ciò induce evidenti sintomi di avvizzimento (fig. 3). I frassini possono tuttavia anche limitare l'infezione, cicatrizzare le ferite e impedire l'avanzata del fungo nel legno, facendo sì che le necrosi siano attive solo per un anno.

Anche alberi vecchi possono morire

Ripetuti attacchi del fungo conducono a una rapida morte dell'albero, soprattutto nel caso di frassini giovani. Gli esemplari più vecchi sopravvivono invece spesso a attacchi pluriennali. Di conseguenza, la percentuale di rami colpiti nella chioma aumenta. Quanto più forte è l’attacco del fungo, tanto maggiore sarà la possibilità di morte anche dei frassini meno giovani, anche se non su grande scala. Sempre più spesso le necrosi si osservano non solo nella chioma, ma anche alla base del tronco (fig. 4). Ne sono colpiti i frassini di ogni età, anche nel caso in cui la chioma non presenti ancora alcun sintomo della malattia. Sembra che il patogeno penetri nella corteccia alla base del tronco causandone la morte. A ciò fa quasi sempre seguito una rapida colonizzazione da parte di funghi del genere Armillaria (chiodini) che provocano un marciume radicale. Attualmente è allo studio una futura strategia di lotta contro il deperimento del frassino (v. scheda).

Attenzione ai pericoli!

In caso di frassini fortemente danneggiati dalla malattia si corre il rischio che grossi rami si spezzino causando danni a beni e persone. I frassini colpiti dal deperimento presentano inoltre una ridotta stabilità a causa delle radici marcescenti e possono rappresentare un pericolo in caso di lavori forestali o maltempo. Per questo motivo il WSL raccomanda di abbattere in maniera preventiva i frassini siti in luoghi a rischio che presentino danni su oltre il 70% della chioma.

Sarà un virus a salvare i frassini?

Al momento non siamo ancora in grado di combattere efficacemente il deperimento del frassino. In collaborazione con il Nature Research Centre di Vilnius (Lituania), l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL sta tuttavia seguendo una pista calda: i ricercatori hanno isolato in molti campioni di fungo provenienti da Lituania e Svizzera un virus che potrebbe avere il potenziale per mettere alle corde il patogeno responsabile del deperimento del frassino. Attualmente sono in corso degli esperimenti attraverso cui i ricercatori intendono analizzare la varietà genetica del virus e testare quanto quest'ultimo sia in grado di arginare lo sviluppo della malattia. Come obiettivo a medio termine, entrambi i gruppi di ricerca puntano a elaborare un metodo per combattere biologicamente il deperimento del frassino.

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