Nel quadro di un vasto programma di ricerca, il WSL (di cui l’SLF fa parte) studia gli effetti esercitati dai cambiamenti climatici sui movimenti gravitativi di massa in ambiente alpino (quali frane, crolli di rocce, valanghe e colate detritiche), elaborando le strategie di adattamento che la Svizzera dovrà adottare in futuro.
Il WSL rafforzerà inoltre la sua ricerca sui cambiamenti climatici e gli estremi a partire dal 2021 con un nuovo centro di ricerca presso la sua sede di Davos. Alle notizie.
Il riscaldamento globale sta alterando l’aspetto delle regioni di alta montagna: accelera il disgelo dei ghiacciai e lo scioglimento del permafrost, modifica la struttura del manto nevoso e fa sì che le precipitazioni estreme diventino sempre più frequenti. Tutto ciò influisce a sua volta sui pericoli naturali come frane, crolli di rocce, valanghe, colate detritiche o smottamenti. In futuro questi pericoli non solo potrebbero verificarsi con maggiore frequenza, ma anche variare le proprie caratteristiche: si pensi ad es. all’aumento delle temperature che influisce sulle proprietà fluidodinamiche delle valanghe. Inoltre, i disastri naturali come incendi, sradicamenti da vento e insetti minacciano il bosco, che in molte zone esercita un importante effetto protettivo contro i pericoli naturali. Finora, nessuno aveva ancora studiato come cambieranno i pericoli naturali sotto gli effetti del riscaldamento globale e quale impatto avranno tali cambiamenti nel nostro paese.
Per cambiare questa situazione, l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL ha dato vita al programma di ricerca «Climate Change Impacts on Alpine Mass Movements» (CCAMM). Nel quadro di questo programma, i ricercatori del WSL provenienti da diverse discipline studiano insieme ai loro partner di ricerca in che modo i cambiamenti climatici influiscono sui movimenti gravitativi di massa nell’ambiente alpino svizzero, modellando le modifiche del rischio e sviluppando le necessarie strategie di adattamento. «Con il programma di ricerca CCAMM raccogliamo importanti conoscenze e sviluppiamo soluzioni mirate a tutelare la società», afferma il responsabile del progetto Michael Bründl, che dirige il gruppo Risk and Resilience in seno al WSL Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF.
Determinazione del potenziale di pericolo ¶
Il programma comprende tre diversi pacchetti di lavoro. L’obiettivo generale del primo pacchetto è analizzare le modifiche del pericolo potenziale. Ad esempio, lo scioglimento dei ghiacciai causerà la presenza in montagna di più rocce non compatte che in seguito crolleranno, minacciando strade o centri abitati? Quale impatto avranno i cambiamenti della struttura del manto nevoso sulla probabilità di distacco delle valanghe? Come base per la modellazione del potenziale di pericolo verranno utilizzate dettagliate previsioni climatiche che sono state sviluppate appositamente per il progetto CCAMM sulla base degli scenari climatici CH2018.
Il secondo pacchetto di lavoro si occuperà della dinamica dei movimenti gravitativi di massa: Come cambieranno le proprietà e il comportamento di valanghe e colate detritiche? Oggetto di studio saranno, tra le altre cose, le concatenazioni di diversi eventi naturali (ad es. quando un crollo di roccia mobilita l’acqua contenuta nella neve o nel ghiaccio causando una colata detritica). Infine, i ricercatori studieranno l’impatto dei cambiamenti climatici sul bosco di protezione e come questo dovrà essere strutturato per continuare a garantire la propria funzione.
Pronti per affrontare il futuro ¶
I risultati dei primi due pacchetti di lavoro confluiranno in un terzo, che si occupa di rischio e adattamento. «Cercheremo di valutare le modifiche del rischio dovute ai cambiamenti climatici e i presupposti politici e istituzionali che devono essere creati», prosegue Bründl. Tra le altre cose, i ricercatori dovranno elaborare – nel quadro di un sottoprogetto insieme alle Ferrovie federali svizzere FFS – diversi scenari futuri in modo da poter modellare le modifiche del rischio per l’intera rete ferroviaria. Successivamente, questi dati fungeranno da base per sviluppare le strategie di adattamento e di prevenzione contro i pericoli naturali delle FFS.
Il programma di ricerca CCAMM è sto lanciato nel 2018 e si trova attualmente nella prima fase, che terminerà nel 2021. Al momento si stanno pianificando i contenuti della seconda fase (2021-2024). I risultati dei sottoprogetti verranno pubblicati progressivamente nella fase successiva e quindi riassunti in una sintesi, rendendoli disponibili non solo ai ricercatori, ma anche agli studi di progettazione, alle autorità, alle istanze decisionali e al vasto pubblico.
Il programma CCAMM
CCAMM sta per «Climate Change Impacts on Alpine Mass Movements» (Effetti dei cambiamenti climatici sui movimenti di massa in ambiente alpino) ed è un programma di ricerca interdisciplinare del WSL, di cui fa parte anche l’SLF. I tre pacchetti di lavoro «Disposizione delle fonti di pericolo», «Dinamica dei movimenti gravitativi di massa» e «Rischio e adattamento» comprendono complessivamente 13 progetti di ricerca (task). A questi progetti lavorano attualmente 14 dottorandi, due post-dottorandi e 21 ricercatori del WSL, del PF di Zurigo, dell’SPF di Losanna e del Politecnico di Monaco di Baviera. Gli studi nel quadro del progetto CCAMM si svolgono presso 31 diversi siti sparsi in Svizzera e un sito situato in Germania (Zugspitze). La valle di Zermatt, nel Vallese, è fortemente colpita dai movimenti di massa causati dai cambiamenti climatici e dai processi che ne conseguono. Insieme a Davos, nei Grigioni, è uno dei due siti nevralgici del CCAMM.
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Programma di ricerca CCAMM
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