7.1.2021 | Beate Kittl | News WSL
Abbondanti provvigioni legnose, la più alta percentuale di boschi di protezione, ma anche elevati elevati apporti di inquinanti atmosferici: se confrontati con quelli europei, i boschi svizzeri sono piuttosto particolari. Per scoprire perché i boschi nostrani si differenziano da quelli degli Stati confinanti basta consultare il nuovo rapporto «State of Europe’s Forests 2020».
In breve:
- Un terzo (32,1%) del territorio nazionale è costituito da superfici boscate.
- In termini di valore, la Svizzera è il terzo maggiore produttore di miele di bosco e cera d’api in Europa.
- Con una quota di oltre il 40%, la Svizzera vanta la più alta concentrazione di boschi di protezione.
- I boschi ricrescono per l’85% in modo naturale, grandi piantagioni di alberi forestali sono rare.
- Con 354 m3/ha di alberi vivi, le provvigioni legnose sono tra le più alte d’Europa.
- Il 90% dei boschi è liberamente accessibile per lo svago.
- Le immissioni di azoto per via aerea derivanti dalle attività umane (come la combustione di carburante, l’industria, i trasporti e l’agricoltura) sono tra le più alte in Europa. Nella Svizzera meridionale i valori di ozono raggiungono livelli da record.
- Secondo il rapporto, in Svizzera sono minacciate di estinzione 24 specie di mammiferi che vivono nei boschi. Nel caso degli uccelli sono 22. Esempi di specie minacciate direttamente sono la lince e il gufo. A livello internazionale queste cifre sono però difficili da paragonare perché i metodi di rilevamento variano.
L’editrice del rapporto, che viene pubblicato all’incirca ogni cinque anni, è la Conferenza ministeriale sulla protezione delle foreste in Europa (Forest Europe, www.foresteurope.org). Le informazioni sui boschi svizzeri derivano in gran parte dall’Inventario Forestale Nazionale (IFN), che il WSL gestisce insieme all’Ufficio federale dell’ambiente UFAM, e il programma di ricerca a lungo termine sugli ecosistemi forestali (LWF) gestito e finanziato dal WSL.
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