Un terzo del paesaggio svizzero è prossimo allo stato naturale

Un terzo del paesaggio svizzero è difficilmente accessibile e si presenta in uno stato pressoché naturale: è quanto emerge da una relazione dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL. Questi spazi liberi si trovano prevalentemente nelle regioni alpine rocciose e ghiacciate d’alta quota. Secondo gli autori dello studio, per la loro protezione e il loro utilizzo sostenibile sarebbe necessaria una pianificazione territoriale coerente.

In Svizzera gli spazi allo stato naturale, vale a dire privi di infrastrutture come strade, edifici o skilift sono tanto rari quanto ricercati. Questi luoghi attirano in gran numero chi cerca riposo e vengono pubblicizzati dalle località di villeggiatura; tuttavia, sono distribuiti in modo molto irregolare sul territorio nazionale. L’attrezzamento del paese prosegue infatti in modo inarrestabile. Due ricercatori del WSL hanno ora studiato quanti spazi incontaminati esistono ancora nel nostro paese e come potrebbero essere tutelati a lungo termine tramite adeguate misure di pianificazione del territorio.

Infatti, simili spazi non solo garantiscono funzioni ecologiche vitali, ma hanno anche un importante valore materiale e immateriale, sia per il fascino che esercita la Svizzera su turisti e aziende, sia per la qualità della vita e il relax della popolazione.  La Svizzera si trova ad affrontare contemporaneamente una doppia sfida: da un lato deve tutelare il prezioso paesaggio naturale e l’eredità culturale e, dall’altro, incentivare il turismo, la produzione di energia e altri sviluppi economici.

Per il loro studio, Gero Nischik e Marco Pütz hanno suddiviso le infrastrutture (come vie di comunicazione, edifici, campi sportivi, funivie e impianti energetici) in «moleste» e «non moleste», basandosi sui risultati di una precedente indagine che aveva coinvolto la popolazione. Con l’aiuto di un sistema di geoinformazione (GIS) hanno rilevato e calcolato la distribuzione spaziale e l’entità delle infrastrutture «moleste» in base al loro «impatto» sul paesaggio. I ricercatori hanno definito «spazi naturali» quei paesaggi in cui le infrastrutture «moleste» occupavano meno del 20% della superficie. Contemporaneamente, simili spazi servono a garantire un relax naturale così come un utilizzo forestale, venatorio e agricolo sostenibile. Con questa delimitazione, gli autori hanno voluto sottolineare che nella pianificazione territoriale devono essere considerati allo stesso modo sia gli aspetti di protezione che quelli di utilizzazione. I risultati sono quindi stati da loro riportati su una cartina della Svizzera.

Sulla base di questi criteri i ricercatori hanno identificato quasi 2400 spazi che coprono complessivamente un terzo di tutte le zone paesaggistiche della Svizzera delimitate da modellazioni idrologiche. Circa la metà di questi spazi si trova già sotto la tutela nazionale o cantonale sotto forma di parchi o di inventari federali. I Cantoni con le maggiori quote di spazi naturali sono Grigioni, Uri, Glarona e Vallese.

Aree incontaminate quasi solo in montagna

La maggior parte delle aree naturali è costituita da superfici rocciose e ghiacciate prive di vegetazione situate a oltre 2000 metri d’altitudine, dove l’urbanizzazione è difficile e costosa. Con un valore dello 0,2%, la quota di aree naturali situate ad altitudini inferiori a 500 metri d’altezza è estremamente bassa.La metà degli spazi naturali che non sono situati all’interno di aree protette è minacciata dalla costruzione di ulteriori centri ricreativi, centrali idroelettriche o altre strutture. «Occorre continuare a proteggere gli spazi naturali ancora disponibili mediante un’accorta pianificazione del territorio», scrivono gli autori. Lo spazio utilizzabile dall’uomo è infatti limitato e il paesaggio ha un grande valore sia per l’uomo che per la Svizzera.

La nuova legge sulla pianificazione del territorio offre buone basi giuridiche per farlo, sottolineano gli autori. «I principali ostacoli per una tutela efficace di questi spazi sono la mancanza di esecuzione e l'insufficiente attuazione», afferma Gero Nischik. Per risolvere questi problemi, la popolazione e la politica devono sviluppare una maggiore consapevolezza sul valore degli spazi incontaminati il tempo libero, il turismo naturale e l’agricoltura sostenibile. Oltre che da sufficienti risorse per gli uffici che si occupano di pianificazione del territorio, la tutela degli spazi naturali potrebbe essere rafforzata da incentivi economici o misure che sostengano la riduzione di strade o di altre infrastrutture. Sono ipotizzabili anche limiti o valori orientativi per il consumo di terreno («certificati di utilizzo di superficie»), che potrebbero funzionare in modo simile ai valori per la protezione contro l’inquinamento  atmosferico.

Il tempo stringe. «L’avanzamento dell’urbanizzazione e attrezzamento in Svizzera richiede un rapido e coerente mantenimento degli spazi naturali», ammonisce Nischik. In caso contrario, c’è il rischio che gli spazi naturali fino a oggi privi di strade, edifici o impianti di trasporto turistici, si trasformino in spazi abitativi, economici e di trasporto, a spese del paesaggio e dell'ecologia.

Links e documenti

Pagina tematica WSL "Siedlungsentwicklung und Flächenverbrauch" (tedesco o inglese)

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